Grotte di Su Mannau
01 – Introduzione – Ingresso della Grotta (cancello)
La Grotta di Su Mannau è una delle oltre 4.000 grotte della Sardegna esplorate. La Grotta più lunga si trova nella Sardegna orientale ed ha uno sviluppo di 70 km. Attualmente è la piu’ lunga d’Italia : Si chiama : sistema sotterraneo Supramonte orientale.
Tra queste, sono 9 le grotte turistiche sparse per tutta la Sardegna . La Grotta di Su Mannau ha uno sviluppo di 8.500 metri ed è originata da due fiumi. Essa si sviluppa all’interno delle rocce più antiche dì Europa , I Calcari dell’era primaria (Cambriano) che hanno una età di 540 milioni di anni.
La loro età è determinata dalla presenza all’interno delle rocce di fossili marini quali i Trilobiti.
La quota d’Ingresso è a 220 mt sopra il livello del mare e la sua temperatura interna è di 16 gradi.
Una parte della grotta chiamata Ramo San Pietro è protetta perché usata da una colonia di circa 500 pipistrelli che emigrano in autunno verso grotte a 8 gradi del centro della Sardegna e ritornano in queste grotte in primavera per l’allevamento dei piccoli.
Il territorio di Fluminimaggiore si estende per quasi 12 km quadrati , prevalentemente montuoso e collinare , discende verso il mare lungo la piccola pianura di Portixeddu. Nelle rocce carsiche si conoscono almeno 250 grotte, alcune scoperte all’interno delle miniere di cui questa parte della Sardegna è assai ricca.
Oltre la Grotta di Su Mannau le cavità più importanti del nostro territorio sono:
La Grotta Fluminimaggiore in località Miniera di Santa Lucia con uno sviluppo di 1.500 mt.
La Grotta di S’Oghittu presso il tempio di Antas
La Grotta di Gutturu Pala in località Pubusinu .
Una intensa attività mineraria ha segnato profondamente il territorio nei millenni. Tante le miniere che testimoniano una presenza umana fin dal periodo neolotico. I minerali principali estratti sono l’Argento, il piombo, il ferro e lo zinco. Anche altri minerali si trovano in grande quantità come il Fluoro e il bario.
L’attività delle miniere è cominciata nel periodo nuragico con l’estrazione dell’argento e poi molti popoli hanno sfruttato i giacimenti minerali come i Punici e successivamente i Romani per l’estrazione del ferro.
Grande attività mineraria nel periodo dei Pisani e poi per secoli il dominio della Spagna.
La miniera industriale è cominciata all’inizio del 1800 con società francesi ed inglesi per l’estrazione del piombo e dello zinco.
La miniera moderna che estraeva Bario si è protratta fino a circa 20 anni fa con la chiusura dell’ultima miniera chiamata Gutturu Pala.
02 – (Inizio) La Sala Archeologica.
Il Ramo Turistico della grotta di Su Mannau si suddivide in due parti:
– Il Ramo Archeologico e la Parte Speleologica.
La prima Sala ad essere visitata è lunga 70 mt. e alta 20 ed è chiamata Sala Archeologica . Questa parte è stata usata dal periodo nuragico quale luogo di culto DEDICATO alla divinita’ chiamata Dea – madre simboleggiata dall’acqua.
Tutta la sala è assai ricca di piccoli frammenti di lucerne ad olio di forma molto varia. Attraverso lo studio archeologico sono identificati tre periodi: Nuragico, punico e romano.
Questo culto si collega idealmente con il vicino tempio di Antas situato a qualche chilometro di distanza. Esiste all’esterno una antica strada che collega la Valle di Antas con la Grotta di Su Mannau.
Il tempio di Antas fu edificato dall’Imperatore Antonio Augusto nel 27 A.C. e poi ristrutturato dall’imperatore Caracalla nell’anno 273 D.C.
Il tempio fu edificato sopra un antico tempio punico risalente al 500 A.C. su una collina già sacra ai nuragici dedicata alla divinità di Babay.
Essa ha una grande importanza storica e religiosa. Grazie alla presenza di un piccolo lago qui veniva adorata la Dea Madre che ha per simbolo l’acqua .
Dopo il periodo Cristiano il culto scompare e la grotta sarà usata semplicemente come ricovero delle capre e pecore dai pastori.
03 – ( fine) La sala Archeologica
Le lucerne erano riempite di olio vegetale e venivano accese in ringraziamento e onore della divinità.
Questo piccolo laghetto che si crea con l’infiltrazione delle acque piovane è ricchissimo di frammenti di lucerna al punto che si pensa che le piccole lucerne venissero gettate al suo interno.
L’eta’ approssimativa della grotta è attestata a circa 10-15 milioni di anni dalla sua prima fase ( la sala Archeologica e poi si è evoluta in almeno 4 livelli sovrapposti fino a circa 70 mt di profondità dove appunto oggi scorrono i due fiumi.
Il nome della Grotta “Mannau” significa nella lingua sarda “ Grande e pauroso” egli era un orco orribile da guardare e per questo fu condannato a vivere dentro la grotta. Mannau secondo la leggenda popolare era brutto ma non cattivo e furono le sue lacrime a originare il fiume della grotta .
Oltre ad una grande quantità di lucerne votive sono state rinvenute anche frammenti di asce in pietra e ossidiana che testimoniano un più antico uso della sala come rifugio.
Non sono pervenuti ne’ scritte ne’ graffiti che possano datare l’uso della grotta al periodo neolitico.
Oltre che nel laghetto una grande concentrazione di frammenti di lucerna si trovano alla base della grande colonna stalagmitica che probabilmente identifica la divinità maschile.
04 – La Sala Centrale
Entrati nel ramo Speleologico si osserva un taglio artificiale nella roccia, che permette un accesso facile alla vera grotta. Fino al 1990 vi era uno stretto passaggio. Da questa parte, non ci sono testimonianze archeologiche, infatti la grotta qui diventava buia e quindi inaccessibile. Solo in tempi relativamente recenti la grotta fu oggetto di visita da parte di curiosi e collezionisti di minerali che, provocarono evidenti danni alla cavità. Questa sala è chiamata la Sala Centrale profonda 20 mt e solo con l’aiuto di corde può essere discesa. La sala è il punto centrale della Grotta, da qui partono due rami principali:
– il ramo di Destra lungo 5 km e originato dal fiume Rapido, questi risale verso la Valle di Antas dove il Rio omonimo si inoltra attraverso dei passaggi sotterranei originando questo fiume;
– il ramo di Sinistra Lungo 2,0 Km è originato dal fiume Placido che raccoglie l’acqua che proviene più a sud della zona di Su Mannau – Corona Arrubia.Il ramo Turistico che si percorre appartiene al ramo alto di Sinistra.
Proseguendo nella visita si arriva ai laghetti d’acqua assai limpida per la mancanza della luce e quindi dei vegetali al contrario delle acque di superficie. Inoltre l’acqua che arriva in questi laghetti è stata filtrata dalla roccia che ha uno spessore in questo punto di di circa 300 metri .
05 – Il Lago degli Stenasellus
A Su Mannau, nei laghetti, sopravvive un piccolo isopode ” crostaceo” di origine marina detto ” Stenasellus nuragicus ” , lungo circa 1 cm, di colore bianco trasparente, manca completamente degli occhi. Vive filtrando con la piccola coda il fondo melmoso dei laghetti dove riesce a catturare dei batteri per il suo nutrimento.
Alcuni laghi dove egli è ben presente, sono stati esclusi dai rami turistici affinché se ne salvaguardi la specie che è unica al mondo.
Tutti i percorsi turistici sono realizzati in passerelle di acciaio trattato con lo zinco per impedire la formazione della ruggine.
Superando i laghetti notiamo un ramo assai ricco di concrezioni dove le stalattiti sono in continua crescita.
Dall’alto il lago presenta nella parte sommersa con le caratteristiche concrezioni a fiore. L’ ambiente dove queste si formano indica periodi di allagamento e periodi senza l’acqua che innalzano le stalagmiti presenti sul fondo del laghetto.
Continuando, passiamo vicini a grandi stalattiti a ” ventaglio” denominate concrezioni di frattura. Queste si formano in corrispondenza di fratture inclinate sulla volta della grotta che fanno scorrere l’acqua accrescendo le concrezioni in questo particolare modo. Sotto le passerelle ammiriamo le ” Gaurs” o vasche, queste si originano per il variare del livello delle acque dovuto a lunghi periodi di siccità. Quando l’acqua non è in movimento deposita un velo di calcite sul bordo del laghetto provocandone il suo innalzamento.
06 – La Cascata di Galleria Puddu
Attraverso un ampia e comoda scala si arriva alla base della Galleria Puddu ( in onore di un grande studioso sardo della fauna delle grotte)
Qui la grotta si divide in due rami:
– la Galleria Puddu da dove scende l’acqua assai ben concrezionata ma quasi impraticabile per il percorso molto stretto e la presenza d’acqua; da qui si accede alla Sala dei Cristalli e al Pozzo Cagliari.
– la galleria per Pozzo Rodriguez ( piuttosto bassa) si percorre tra stalattiti quasi fossili appese ad una volta che presenta i segni di un antico fiume che in tempi lontanissimi la scavò in modo violento. Il fiume Placido oggi scorre a ben 40 mt. Sotto le passerelle .
Sotto di noi si intravede un’altro piccolo laghetto simile a quelli appena visti.
Le stalattiti hanno una crescita media di circa 2-3 cm ogni 100 anni mentre le stalagmiti crescono di qualche millimetro ogni secolo. Molti sono comunque i fattori che accelerano o rallentano la crescita delle concrezioni. La temperatura, la pressione e la quantità di carbonato di calcio presente nell’acqua.
07 – Il ramo fossile
La galleria qui si abbassa, il pavimento presenta piccole vaschette costituite da livelli di accrescimento che si riempiono durante le forti piogge.
Superato questo tratto, arriviamo ad un piccolo belvedere posto all’inizio di una grande scalinata. La galleria si presenta fossile, con tracce di antiche erosioni. Di fronte a noi il Pozzo Rodriguez con al centro una grande colonna. Discesi la scalinata si gira attorno ad una scala circolare per arrivare ad una grande ambiente .
La parte turistica è sottoposta a continui controlli del suo clima ( temperatura, pressione umidità e concentrazione dell’anidride carbonica) per garantire il rispetto del clima della grotta. Grazie alla presenza di molti ingressi naturali, di fiumi e del vento il calore in esubero sul ramo turistico prodotto dai visitatori viene eliminato da questi agenti atmosferici.
Le lampade che illuminano la grotta sono a luce fredda non emettono radiazioni calde che farebbero crescere i vegetali e le muffe.
Una parte della grotta non turistica è totalmente protetta per la presenza di una colonia di pipistrelli che in Sardegna migrano da grotte fredde in inverno per il letargo a grotte più calde in primavera per la riproduzione.
08 – Il Pozzo Rodriguez
Girando a sinistra attraverso una piccola scala circolare si arriva al Belvedere di Pozzo Rodriguez, l’imponente colonna alta 7 metri si trova al centro. Essa è l’unione di una stalattite e di una stalagmite che forma un autentico pilastro naturale. Dal belvedere si può ammirare il grande salone costituito da grandi colate calcitiche ricoperte di cristalli. La base della sala è a 23 metri sotto il percorso turistico. Qui la grotta si divide in tre diversi rami che portano uno verso un ramo fossile assai concrezionato; un’altro verso il Ramo dell’Infinito, e la sala Serra, l’ultimo dopo un salto di altri 20 metri arriva al sottostante fiume Placido che lentamente scorre verso la risorgente.
Sopra il belvedere del salone Rodriguez grandi colate e festoni celano segreti inimmaginabili. Infatti alla sommità di queste “ cascate di pietra” un piccolo ambiente “ ha dato origine ad una cristallizzazione unica delle stalattiti che sembrano dei veri grappoli d’uva. Ciò è dovuto ad un continuo allagamento della sala che raccoglie le acque delle stalattiti.
Il nome del salone è dedicato ad un primo esploratore che nel 1930 visitò questa parte della grotta per la prima volta. Si chiamava paolo Rodriguez ed era figli di un ingegnere minerario.
08 – Il Salone Rodriguez
Il ramo turistico prosegue con una splendida scalinata lunga 110 metri intercalata da balconi di sosta per il turista. La struttura metallica elegantemente fissata alle rocce permette di ammirare l’intera sala con bellissime stalattiti di vari colori. Il colore delle concrezioni è dovuto ai minerali presenti nelle rocce. La calcite nelle grotte è bianca e quindi quando essa è di colore rosso vi è il ferro, quando è nera vi è il manganese, quando è azzurra vi è rame e verde se vi sono inclusioni di zinco.
Questo salone presenta delle linee orizzontali che testimoniano il lavoro dell’antico fiume sottostante. Crolli e frane hanno congiunto diversi livelli della grotta.
Le esplorazione della grotta proseguono attualmente sia sul Ramo di Sinistra dove esistono grandi sifoni percorribili solo dagli speleo sub e sul Ramo di destra risalendo il Fiume Rapido per lunghi percorsi quasi sommersi dall’acqua.
Molti sono stati i Gruppi speleologici che hanno contribuito alle conoscenze della grotta tra cui il Gruppo Speleologico Piemontese di Torino, Il Gruppo Speleologico di Bologna e lo Speleo Club di Cagliari oltre al Gruppo Grotte Fluminese di Fluminimaggiore che prosegue l’esplorazione.
La temperatura media della Grotta è di 16 gradi sia d’inverno che d’estate mentre l’acqua ha una temperatura di 12 gradi. L’umidità in certe zone arriva al 100/100.
09 – Il Pozzo Torino
Discesa parte della scalinata arriviamo al Ramo del Pozzo Torino assai ricco di aragoniti coralloidi. La grotta prosegue sulla Destra con ampi e profondi pozzi e bellissime sale per circa 1 km.
In questa parte proseguono le esplorazioni degli speleologi.
Qualche anno fa è stato scoperto il Ramo dell’Infinito con ampie sale e imponenti colonne e concrezioni. La parte alta del ramo arriva vicino all’esterno della montagna per la presenza di materiale vegetale e insetti. Non esiste un passaggio per l’uomo.
Questa zona è formata da una grande frattura di origine tettonica che prende il nome di diaclasi.
Migliaia di cristalli di calcite adornano le concrezioni, essi si originano grazio ad un grande apporto d’acqua che filtra dalla montagna. Oltre alle grandi stalattiti e stalagmiti si possono ammirare concrezioni in forma di fiore dovute alla frantumazione delle gocce d’acqua che cadono dall’alto. Tra le stalattiti della volta vi è l’aragonite che è sempre formata da carbonato di calcio, cristallizzato nella classe rombica bipiramidale, ha formula CaCO3.
Apparentemente queste sfidano la legge di gravità attorcigliandosi e risalendo ma si trastta solo di deformazione cristallina. Quasi sempre sono formate da un unico cristallo.
10 – Belvedere Finale del salone Rodriguez.
Discesa totalmente la grande scala si arriva alla base del grande salone e da qui attraverso una lunga passerella si accede al belvedere finale da dove si può ammirare un immenso duomo che ha l’imponenza di una cattedrale.
In un prossimo futuro il Ramo turistico sarà allungato di 350 mt con la creazione di un “anello” che ridiscendendo il Fiume Placido tornerà verso la prima Sala
Centrale e da qui verso l’uscita della Grotta. Se verrà realizzata questa nuova parte, il visitatore potrà vedere le quattro fasi evolutive della grotta e precisamente:
Primo livello costituito dalla Sala Archeologica e parte della Sala Centrale;
il Secondo Livello dove abbiamo ammirato i laghetti;
Il terzo livello dove siamo ora e in futuro il quarto e ultimo livello dove oggi scorre il fiume.
Qui termina la visita al Ramo turistico della Grotta di Su Mannau.
Il pensiero di tutti deve essere sempre rivolto al rispetto di questo mondo sotterraneo poiché le grotte sono come le vene di un grande essere vivente dove scorre l’acqua che ci da la vita.